Credenza con alzata firmata “de Karolis”

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Credenza con alzata in abete con incisioni e pirografie di Adolfo de Carolis

COD: N/A Categoria: Tag: , , Product ID: 1048

Descrizione

Credenza con alzata in abete. E’ costituita da due corpi: quello superiore chiuso da due ante a vetro ha tre ripiani che poggiano su delle scalette, quello inferiore è dotato di un cassetto e due portelle che chiudono un vano con ripiano sagomato. Il mobile ha una decorazione incisa e pirografata e riporta sul lato sinistro del corpo inferiore l’indicazione dell’esecutore: “Adolfo de Karolis da Montefiore” nella portella destra dell’alzata è riportata la data “Ver. MCMII”.
Da notare che sul retro accanto a delle decorazioni che sembrano delle prove di pirografia è riportata la data 23-1-913.

Stato di conservazione

Lo stato di conservazione della vernice del mobile è molto diverso tra i fianchi e la parte anteriore che presenta delle parti ingrigite dall’umidità senza più tracce di vernice o con solo dei residui con effetto incrostazione. Sul fianco e sul retro vi erano inoltre numerosi schizzi di pittura a base calce.
Nell’insieme il corpo superiore è meglio conservato rispetto alla parte inferiore .
Da un analisi ravvicinata e comparata tra i due elementi della credenza è stato possibile individuare 3 diversi livelli sotto il cumulo di polvere e di sporco. Lo strato più esterno è costituito da una vernice che ha un aspetto scuro con delle crettature che formano un craquelé in cui i solchi hanno un aspetto più chiaro e riarso mentre le zolle hanno un aspetto più scuro, corposo e flessibile. Come si può osservare dalle foto questa vernice era stata applicata sicuramente a pennello in epoca successiva ed in maniera piuttosto maldestra, vi erano infatti numerose gocciolature e riprese di vernice con parecchie impurità e particelle di polvere inglobate. Le piccole cornici soprattutto nella parte in sottosquadra erano appiattite dallo spesso strato di vernice; la vernice trattata con alcol aveva la tendenza a rammollire e ad assumere un aspetto molto brillante soprattutto nei punti in cui vi erano degli accumuli.
Date le caratteristiche probabilmente si trattava di una vernice mista a base alcol, con coppale tagliato con gommalacca e colofonia addizionata a pigmenti, che fino agli inizi degli anni Sessanta veniva largamente usata per pitture interne e che dava film molto riempitivi e brillanti. In alcune zone poco accessibili al pennello, in cui questo strato era meno spesso o in punti in cui questa vernice non aveva ben aderito e si era consumata, affiorava una vernice più leggera sempre a base alcol leggermente colorata posta su una velatura rossastra probabilmente a base tempera. Abbiamo eseguito una campionatura di pulitura sul fianco dell’alzata nella parte meglio conservata asportando il secondo strato di vernice. Il colore ottenuto ci è servito da guida per la ricostruzione della finitura.
Il mobile aveva numerosi problemi di falegnameria dovuti sia al tempo sia ad un lungo abbandono. Se si osserva lo scrocco della portella bassa sinistra si può vedere quanto la ruggine abbia mangiato.
Nella schiena sia dell’alzata che della base vi era un ritiro del legno dell’ordine di 1 o 2 cm e alcune assi erano scollate. Stessa cosa dicasi del fondo della base, dove voi sono tracce di interventi di aggiustamento precedenti. Identico problema nel coperchio della base dove tra la prima asse e la seconda vi era una frattura di un centimetro e nel coperchio dell’alzata dove le fenditure erano due. Anche nel fondo del cassetto vi erano problemi analoghi, inoltre nel fronte vi era una rottura piuttosto estesa in basso a dx (per chi guarda). Gli scorrevoli erano molto consumati, sia quelli fissi all’interno della base sia sotto al cassetto.
Le gambe tornite anteriori erano fissate con chiodi e l’incollatura originale non aveva più presa.
Piccole rotture dovute a traumi sono visibili anche nelle fotografie, per esempio nel cappello e nel piano della credenza.
Problemi anche nei cardini, sia perché mancavano due cardini delle portelle inferiori, sia perché alcuni erano al limite dell’usura e senza più un fissaggio soddisfacente. Le serrature originali ad incasso erano state sostituite con un sistema di chiusura a molla delle antine con conseguente chiusura rabberciata della sede delle serrature, eliminazione delle bocchette originali, loro sostituzione con maniglie, e chiusura del foro per la chiave.

Progetto di intervento

  • riparare le rotture del legno dovute a ritiri, traumi e consunzione in modo tale da restituire la funzionalità del mobile
  • togliere la vernice più esterna perché non era sicuramente originale e deturpava l’aspetto del mobile,
  • ricostituire la leggera velatura a tempera prendendo come riferimento la parte più carica per attenuare l’aspetto rustico del legno di conifera, si è scelto un compromesso tra il
  • ridurre la visibilità della venatura e l’evitare l’effetto placcativo;
  • applicare una vernice finale alla gomma lacca leggermente pigmentata.

Laboratorio Restauro Mobili Vicenza

Mario Menegatti e Lucia Del Negro snc

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